> di Carlo Goldoni > Compagnia La Graticcia (VR) > adattamento e regia Giovanni Vit > personaggi e interpreti (in ordine di apparizione)
Orazio, Ugo Castellani - Suggeritore, Cesare Fiorini - Eugenio, Lorenzo Porcasi - Placida, Rosaura, Valentina Stevan - Tonino – Pantalone, Giuseppe Vit - Beatrice – Colombina, Sara Da Como - Anselmo – Brighella,
Bruno Consolati - Gianni – Arlecchino, Marco Bagnara - Petronio – Dottore Federico Zamboni - Lelio, Giovanni Vit - Eleonora, Delia Lorenzi
> musiche originali di Giuliano Crivellente > scene di Gino Copelli > movimenti coreografici Emanuela Zampicinini > costumi Camilla Ferrazzini, Maria Rosa Zoccatelli
durata: 80'
Il testo di questo spettacolo è uno dei più affascinanti e dei più originali del commediografo veneziano, ma è anche tra i più sconosciuti al grande pubblico. Per questo La Graticcia continua la sua missione didattica: dopo il clamoroso successo de Il Palio di Verona, torna sulla scena con una produzione che diverte e istruisce sull’origine del Teatro moderno. Goldoni nel presentare questo testo lo definisce come un manuale di istruzioni per le sue commedie, ma l’opera non fa altro che confermare la genialità dell’autore capace di prevedere i temi del teatro contemporaneo anticipandone gli argomenti e la struttura. Una compagnia di “illuminati” attori abituati a recitare “all’improvviso”, si riunisce sotto la guida del capocomico Orazio per portare, per la prima volta, sulla scena una commedia studiata. Il teatro di regia nascerà quasi un secolo dopo, ma Goldoni anticipa questa innovazione affidando ad Orazio il compito di stimolare la creatività degli attori. Le reazioni dei personaggi sono le facce della realtà scandite da paure, sogni, ambizioni e convinzioni. Così è facile pensare come la riforma goldoniana abbia scosso non solo il mondo del teatro, cambiandone per sempre le sorti, ma anche le singole vite di semplici attori. In questo momento di transizione traspare, via a via, sempre più netta la differenza tra il vecchio e il nuovo mondo. Anche la versione dello spettacolo proposto da La Graticcia punta a sottolineare questo, Lelio ed Eleonora, orgogliosamente e convintamente ancorati alla vecchia arte risultano effimeri: come dei fantasmi, dei personaggi usciti da chissà qual canovaccio e destinati a sparire con esso. A questi fa da contraltare Tonino, anche lui sembra un personaggio di qualche opera goldoniana, ma nonostante la tarda età dimostra la duttilità che contraddistingue i veri attori che meritano di resistere nel nuovo Teatro Comico. La commedia scivola veloce fornendo uno spaccato sociale delle realtà artistiche del ‘700 nelle quali la sapiente penna dell’autore fa emergere gli spiriti combattivi che si ritroveranno poi nelle commedie successive: la primadonna volubile, il misogino Petronio, il vecchio Tonino… altro non sono che lo specchio di una realtà, magazzino del teatro moderno.
BUONA DOMENICA A TEATRO - UILT