durata: 60'

 

“Il tempo è una cosa strana. Quando non ne abbiamo bisogno, non è niente. Poi d’un tratto non c’è altro. È dappertutto intorno a noi. È anche dentro di noi. Si insinua attraverso le nostre facce. Si insinua nello specchio, scorre attraverso le mie tempie. E tra me e te scorre in silenzio, come una clessidra.” Carlo Rovelli –
L’ordine del tempo C’è Enea, otto anni, curioso di scienza e animali, fiero della sua maglietta col brontosauro. Oggi va dalla nonna da solo, per la prima volta. C’è Chicca, bloccata su un treno nel nulla. Ha scoperto di essere in menopausa. Pensa a come sarebbe vivere fino a centocinquant’anni. A come sarebbe la sua pelle. A rifarsi. C’è Adele, ottantacinque anni, sola da quando il marito ha avuto un colpo. Ama andare dal parrucchiere e leggere riviste. Ma ora confonde i giorni: a volte si prepara per il giovedì, aspetta la figlia, ma lei non arriva. Ci sono i nostri nonni, i ricordi, le giornate lente, gli amici che se ne vanno, il corpo che cede, la mente anche. E ci siamo noi, tra i trenta e i quaranta, con le prime rughe, il mal di schiena, i capelli che cadono. Un tempo il tempo era nostro amico. E poi ci sono le aragoste, che non invecchiano mai grazie a un enzima che rigenera le cellule. Morirebbero solo per un incidente. Com’è invecchiare? E se vivessimo davvero fino a cento cinquant’anni? Lo spettacolo è un racconto corale, tra realtà e finzione. Una riflessione sul tempo, sull’invecchiare, su di noi e sulle aragoste.