Dialogo fra l'antropologo Marco Aime e Federico Faloppa, docente di lingue moderne a Reading (Gran Bretagna) e vicepresidente della Fondazione Langer, su “Il linguaggio dell'odio”. Nel suo ultimo libro Manuale di resistenza alla violenza delle parole, Faloppa spiega come non siano solo gli incitamenti all’odio urlati in maiuscolo dai leoni da tastiera o le invettive dei corsivisti più spregiudicati a dare manforte a parole che umliano e feriscono. “Da sempre il discorso d’odio agisce anche in modo subdolo, politicamente trasversale e in forme meno esplicite: con metafore, reticenze e false ironie si esprime spesso al riparo da accuse e provvedimenti giudiziari, disseminando parole offensive, narrazioni stereotipate, stratagemmi retorici capaci di fomentare, in sordina, vecchi e nuovi hater”.