Sogno di una notte di mezza estate
Giovedì 10 Marzo 2022, 21:00
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di William Shakespeare

versione italiana e regia Giorgio Sangati

 

scene Alberto Nonnato /  costumi Eleonora Rossi / luci Paolo Pollo Rodighiero / sound design e musiche Giovanni Frison / cura del movimento Marco Angelilli

con Elena Arvigo, Luciano Roman, Valerio Mazzucato

e con attori e attrici della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto

Maria Anolfo,  Giulia Briata, Riccardo Bucci, Elena Ferri, Riccardo Gamba, Gaia Magni, Marco Sartorello, Massimo Scola, Martina Testa, Paolo Tosin

assistente alla regia Tommaso Fermariello

direttore di scena Federico Paolo Rossi

fonico Matteo Chiochetta

sarta Germana Rossi Silvestrini

amministratrice di compagnia Federica Furlanis

foto Serena Pea

produzione TSV - Teatro Stabile del Veneto

durata 2h

 

Il duca di Atene, Teseo, si appresta a sposare Ippolita, regina delle amazzoni, ma i preparativi delle nozze sono interrotti da Egeo, padre di Ermia che invoca la legge dello stato per imporle di sposare Demetrio, a sua volta amato da Elena, da lui rifiutata. Ermia, però, ama Lisandro, che la covince a fuggire dalla città per raggiungere un luogo dove poter coronare il loro sogno d’amore.

Elena, informata della fuga, informa Demetrio e i quattro giovani si ritrovano tutti nel bosco. Nel frattempo una compagnia teatrale di artigiani, capitanata dall’istrionico Bottom decide di andare a provare una recita da presentare la notte delle nozze di Teseo proprio nel bosco. Questo non-luogo selvaggio è popolato da fate e folletti, guidati da Oberon, re degli spiriti e Titania, regina delle fate, a loro volta amanti, ma al momento in lotta tra loro per via di un giovane paggio conteso. Le tre trame finiscono per incrociarsi: le coppie di innamorati, sotto l’effetto di incantesimi, scoppiano e si rimescolano e per opera di Puck, fool servo di Oberon Bottom verrà trasformato in un mostro con la testa d’asino di cui si innamorerà Titania, sotto l’effetto di un filtro d’amore. Tutto sembra precipitare in un caos pericolosamente violento, ma al termine della notte, sempre per opera degli spiriti, ogni cosa tornerà a posto: Oberon e Titania ritroveranno la loro armonia, le coppie di amanti si ricomporranno e convoleranno a nozze ad Atene in un triplo rito insieme a Teseo e Ippolita. Anche Bottom tornerà al suo aspetto umano e insieme agli artigiani reciterà, non senza tragicomici incidenti davanti alla corte. Al termine della recita suona la mezzanotte, è tempo di tornare a dormire, ma rimane l’eco di questa notte folle, di questo sogno, di questo incubo e ci si chiede: ma abbiamo sognato o eravamo svegli?

 

nota di regia

di Giorgio Sangati 

Ho fatto un sogno che non c’è cervello che possa dire che sogno era. Il Sogno di una notte di mezza estate è senza dubbio la commedia più famosa di tutta la storia del teatro (ma anche una delle più difficili da decifrare): non c’è scuola di recitazione che non la utilizzi come materiale di studio. Il suo segreto, forse, è proprio quello di essere un’opera iniziatica che introduce alla vita vera, dura, adulta, dopo le fantasticherie ideali dell’infanzia.  Nel testo tutto è doppio: reale e immaginario, maschile e femminile, razionale e irrazionale, linguaggio e corpo, e il sogno stesso, in fondo, è anche, inevitabilmente, un incubo. Di commedia si tratta perché non muore nessuno; per il resto la violenza delle emozioni e l’inconsapevolezza dei meccanismi che le regolano porterebbero i protagonisti a un destino decisamente drammatico se non intervenisse, per l’appunto, il teatro. Il teatro che nella commedia entra anche sotto forma di una sgangheratissima compagnia amatoriale che porta in scena, invece, una tragedia vera e lo fa con tale godibilissima inadeguatezza (e onestà) da risultare commovente. Risate e lacrime: qui sta il punto.

Shakespeare, non lo dico io, non può che essere contemporaneo proprio perché è universale e così Atene (la città della ragione e delle regole) deve necessariamente rimandare al vivere civile dell’oggi e alle sue tecniche (più o meno efficaci) per proteggersi dal disordine o per rimuoverlo. Allo stesso modo, ma in direzione opposta, immagino una foresta minacciosa, pericolosa, proprio perché al suo interno le leggi del mondo civile sono sospese, come certi non-luoghi ai margini delle nostre città dove tutto è possibile, dove all’istinto non corrisponde colpa, né tantomeno punizione. Una discesa agli inferi (dentro noi stessi) per mostrare (a chi ne avrà voglia) come le donne e gli uomini possano essere incredibilmente incoerenti, soprattutto in amore. Ma, come sempre in Shakespeare, il mondo interiore si rispecchia in quello esterno e, così il disordine del mondo (se non viene gestito) ce lo troviamo dentro: la causa siamo sempre e soltanto noi, allora come oggi e oggi più di allora proprio perché ci siamo allontanati ancora di più dalla (nostra) natura.

In fondo, senza bisogno di scomodare Freud o Jung, i sogni che facciamo ogni notte ci appartengono non meno di quello che ci accade da svegli (proprio perché siamo noi a produrli) e quando sogniamo quella è, indubbiamente, la nostra realtà: il fatto di non poterla controllare con la ragione non la rende meno presente.

Il testo si presta in modo particolare al lavoro con le attrici e gli attori della Compagnia Giovani proprio perché la giovinezza (e i suoi labili confini) è la protagonista indiscussa di quest’opera corale. Accanto a loro però, nei ruoli cardine di Oberon e Titania (il re e la regina delle fate) così come nella parte di Bottom (l’istrione naif a capo della compagnia di filodrammatici) ci saranno tre professionisti navigati pronti ad affiancarli e a guidarli in questo viaggio alla scoperta del Sogno e del mestiere (magico) del teatro.

 

In Scena - Teatro Cristallo in collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano

Luogo Teatro Cristallo
Biglietto intero: 15 euro Cristallo Card: 10 euro Cristallo Card Young: 6 euro acquisto online qui:
https://ticket.midaticket.it/teatrocristallo/Events
 
 
 
 
 

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