> Compagnia di Castelrotto (Vi) > di Gino Rocca > regia Matteo Spiazzi

durata: 90'

La morte del signore di una casa padronale di campagna, e un’eredità imprevista, cambiano improvvisamente le dinamiche di un gruppo di servitori, stravolgendone quell’equilibrio creatosi negli anni. Uno spettacolo divertente e profondo: l’autore con intelligente ironia racconta una storia le cui risonanze ci appaiono ancora attuali. Gino Rocca (1891-1941) è stato sicuramente un degno rappresentante di quel filone teatrale che nasce con Carlo Goldoni e che viene poi nell’Ottocento portato avanti da Giacinto Gallina. L’uso della lingua veneta non ha un mero scopo romantico, ma rafforza e rende specifico un immaginario sociale e culturale, un modo di pensare e di intendere il mondo. La piece del Sior Tita Paron (prima rappresentazione 1928), che ad una prima lettura può sembrare un divertissement, in realtà mostra delle debolezze umane, delle quali ridiamo per poi accorgerci del retrogusto amaro che ci rimane.

Rassegna Buona domenica a teatro - UILT