> di Marco Paolini > Compagnia Guildy, vincitrice del bando del Comune di Bolzano “Futura” 2022 > regia Alice Ravagnani > testo sul "risvolto" locale a cura di Alessandra Limetti > musiche originali di Daniel Angelucci > con “L’URLO DELLA REGINA”, una narrazione di ALESSANDRA LIMETTI sulla valanga della Marmolada del 2022
durata: 110'
La sera del 9 ottobre 1997 Marco Paolini tenne impietrita mezza Italia davanti alla Tv, spiegando come e perché il paese di Longarone venne cancellato dalla carta geografica: il Vajont non fu calamità naturale, ma frutto di una scellerata decisione, quella diga, gioiello dell’ingegneria nazionale, in realtà, come emerse subito dai rilievi dei geologi, lassù non si doveva costruire proprio, su una montagna che si sapeva essere “marcia” perché interessata da un’enorme, antichissima frana. L’acqua dell’invaso, infatti, funse da acceleratore, infradiciando i piedi della frana. Così quel 9 ottobre 1963 270 milioni di metri cubi di roccia precipitarono dal Monte Toc, nel lago della diga. Si generò un’onda alta centinaia di metri che, scavalcando la diga, travolse il paese di Longarone e 12 frazioni vicine. Marco Paolini, in occasione della ricorrenza dei 60 anni dalla tragedia, propone una nuova versione della sua
orazione civile che sarà rappresentata, in contemporanea, in oltre 100 teatri italiani, in ogni parte del Paese. Si intitola VajontS perché ogni compagnia coinvolta darà un colore, un accento, un rimando ad altri Vajont locali.
“Lo scopo non è riproporre una storia conosciuta e ormai salvata dall’oblio né la sola denuncia sociale di quanto avvenuto - spiega Paolini - L’obiettivo stavolta è più alto e rivolto al futuro: è un’azione di teatro civile che affronti la sfida della crisi climatica. La tragedia del Vajont può e deve parlare di oggi, di noi, del nostro rapporto con l’acqua, l’ambiente e della sottovalutazione del rischio”. Alle 22.39 tutti si fermeranno per ascoltare in silenzio i rintocchi della vecchia campana del campanile di Longarone, subito recuperata dalle macerie, che ogni anno ricorda il momento preciso del disastro. Come una chiamata a raccolta, un appello a unire le forze per cercare assieme risposte non più rimandabili a quanto ci chiede la transizione ecologica.
Madre Terra - Teatro Cristallo e Caritas Bolzano-Bressanone