Stavo facendo un viaggio in treno, in mano un libro di poesie. La carrozza era praticamente vuota, quasi mezzanotte, a quell’ora c’erano pochi passeggeri. Seduto di fronte a me un signore normale. Mi guarda e: “Mi scusi, se le chiedo ma: a cosa serve leggere la poesia?” Già a cosa serve leggere la poesia? E a cosa serve leggere la poesia ad alta voce? Immagino che potremmo arrampicarci sugli specchi e trovare una risposta con parole come: anima, sensibilità, emozione, profondità. Tutto vero ovviamente, ma c’è qualcosa di più semplice: sapere leggere la poesia ad alta voce è come aprire una porta dentro se stessi, spalancarla, e affacciarsi al mondo. Quindi? Perché fare uno stage sulla lettura e l’interpretazione della poesia ad alta voce? Perché passare un week-end facendo qualcosa che non si sarebbe mai pensato di poter fare? Perché è la possibilità di incontrarsi con se stessi, di scoprire un lato di sé, di capire che ci sono delle tecniche teatrali che ci permettono di dirle o leggerle ad alta voce le poesie e di farlo così bene da permettere alla bellezza delle parole e delle immagini di vivere in chi ci ascolta. Uno stage sulla poesia e la sua interpretazione aperto a tutti.